Lettere di guerra

Traduzione dal francese di Caterina Pastura

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Isbn 9791280874030 Categorie ,

Descrizione

«Niente uccide un uomo come l’obbligo di rappresentare una nazione.»

Le Lettere di guerra di Jacques Vaché – qui in nuova traduzione italiana dopo quella pubblicata nel 2005 dalla casa editrice :duepunti – sono «rarissimi concentrati di resistenza assoluta» come ebbe a definirle A. Breton , amico dell’autore e curatore della prima edizione del 1919 (Au Sans Pareil). Dandy anarchico, decisamente ‘irregolare’ e anticonformista al quale, non a caso, Breton e Soupault dedicheranno il celebre I campi magnetici, Vaché è un precoce antesignano del surrealismo. Le lettere che scrive a parenti e amici dal fronte, dal labirinto fangoso delle trincee e dei massacri della Prima guerra mondiale, testimoniano tutto l’orrore quotidiano e l’assurdità del «Grande spettacolo». Accompagnate molto spesso da schizzi e disegni intrisi della medesima dura, sottile ironia delle parole, costituiscono l’unica «opera» di Vaché, quella in cui trovarsi dentro il primo grande décervelage di massa – la guerra – rivela (o fa esplodere?) anche il singolare talento letterario dell’autore.

Jacques Vaché

Figlio di un ufficiale di marina, fin dagli anni di scuola manifesta l’inclinazione per le arti, la letteratura e un peculiare irriverente disincanto con cui osserva e traduce anche in immagini la realtà del suo tempo. Nel corso dell’anno scolastico 1911-12 forma il gruppetto di liceali che si chiameranno Sârs e che, l’anno dopo, pubblicheranno la rivista dichiaratamente anticonformista En route, mauvaise troupe e Le canard sauvage. Nel 1914 è chiamato al fronte; ferito e ricoverato all’ospedale di Nantes, nel 1915, tornerà in trincea come interprete nel contingente inglese. Rimarrà sotto le armi fino alla fine del conflitto, con diverse destinazioni ma quasi sempre da interprete, e morirà in circostanze poco chiare all’Hôtel de France di Nantes il 6 gennaio 1919 per un’overdose di oppio.

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