Descrizione
«Niente uccide un uomo come l’obbligo di rappresentare una nazione.»
Le Lettere di guerra di Jacques Vaché – qui in nuova traduzione italiana dopo quella pubblicata nel 2005 dalla casa editrice :duepunti – sono «rarissimi concentrati di resistenza assoluta» come ebbe a definirle A. Breton , amico dell’autore e curatore della prima edizione del 1919 (Au Sans Pareil). Dandy anarchico, decisamente ‘irregolare’ e anticonformista al quale, non a caso, Breton e Soupault dedicheranno il celebre I campi magnetici, Vaché è un precoce antesignano del surrealismo. Le lettere che scrive a parenti e amici dal fronte, dal labirinto fangoso delle trincee e dei massacri della Prima guerra mondiale, testimoniano tutto l’orrore quotidiano e l’assurdità del «Grande spettacolo». Accompagnate molto spesso da schizzi e disegni intrisi della medesima dura, sottile ironia delle parole, costituiscono l’unica «opera» di Vaché, quella in cui trovarsi dentro il primo grande décervelage di massa – la guerra – rivela (o fa esplodere?) anche il singolare talento letterario dell’autore.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.